3DStent per la valutazione del posizionamento dello stent

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3DStent: la nuova frontiera della cardiologia

3DStent: la nuova frontiera della cardiologia interventistica

L’innovativo software per la ricostruzione tridimensionale dello stent consente di valutare rapidamente l’espansione del dispositivo durante la procedura, agevolando il lavoro dei medici e offrendo la possibilità di migliorare gli esiti clinici per i pazienti

La sottoespansione dello stent è uno dei principali fattori predittivi di insuccesso dell’angioplastica coronarica, in quanto può portare a restenosi e trombosi intrastent, a loro volta associate a eventi cardiovascolari avversi, quali infarto miocardico acuto e morte. Dagli studi clinici condotti finora è emerso che un’area minima intrastent (MSA, Minimum Stent Area) superiore a 5,5 mm2, se misurata con IVUS (IntraVascular Ultrasound), è associata a un miglioramento significativo degli esiti clinici a lungo termine rispetto a un’espansione non ottimale.

Dato l’evidente impatto clinico della corretta espansione dello stent, è fondamentale poter disporre di strumenti che consentano di valutarla. Le metodiche attualmente disponibili sono diverse, ma presentano tutte alcuni svantaggi:

  • l’angiografia coronarica e le tecniche di stent enhancement hanno dei limiti nella rilevazione della sottoespansione dello stent, in quanto forniscono immagini bidimensionali e non consentono di misurare la MSA;
  • le soluzioni di imaging intravascolare, come l’IVUS e l’OCT (Optical Coherence Tomography), sono molto utili per la corretta pianificazione della strategia di impianto dello stent e contribuiscono a prevenire il fenomeno della sottoespansione ma, nonostante i benefici dimostrati, la loro adozione rimane limitata per motivi legati ai costi elevati, all’allungamento dei tempi della procedura e alla mancanza di formazione sull’acquisizione delle immagini e sull’interpretazione dei risultati.

3DStent, l’innovativo software presentato da GE HealthCare in occasione del 44° Congresso Nazionale GISE tenutosi a Milano nell’ottobre scorso, è stato concepito con l’obiettivo di superare questi ostacoli e mettere a disposizione uno strumento, complementare alle tecnologie esistenti, in grado di offrire immagini intuitive e misurazioni rapide di parametri fondamentali come la MSA e gli indici di espansione dello stent.

Una nuova prospettiva nella visualizzazione dello stent

3DStent è la prima applicazione cardiaca per la ricostruzione intraprocedurale 3D dello stent, disponibile sui sistemi Allia™. Sfruttando la tecnologia di imaging CMCT (C-arm Motion Compensated Tomography), le immagini vengono acquisite tramite una rotazione automatica dell’arco a C e successivamente elaborate dal software per fornire quattro diverse viste dello stent: una tridimensionale, una trasversale e due ortogonali lungo l’asse.

In questo modo è possibile ottenere una visualizzazione dettagliata dello stent da tutte le angolazioni già durante la procedura, con un’unica acquisizione, senza la necessità di inserire dispositivi, senza l’iniezione di mezzo di contrasto e senza costi aggiuntivi associati alla procedura. Il software presenta inoltre i seguenti vantaggi:

  • immagini semplici da interpretare, che permettono di comprendere ciò che si sta osservando in breve tempo, abbreviando considerevolmente la curva di apprendimento rispetto all’imaging intravascolare;
  • identificazione tempestiva di problemi durante il posizionamento dello stent grazie alla visualizzazione multiplanare;
  • misurazioni veloci: la chiara interfaccia del software consente di ottenere tutte le informazioni desiderate, come diametri e aree delle sezioni trasversali, in pochissimi clic.

Come tutte le tecnologie emergenti, 3DStent presenta ancora alcuni aspetti che dovranno essere approfonditi. Riportiamo quelli più significativi:

  • non è possibile valutare il posizionamento dello stent;
  • 3DStent richiede l'acquisizione di immagini tramite una rotazione automatica dell'arco a C. Questo può portare a un'esposizione alle radiazioni più elevata, tuttavia la dose è distribuita su un'ampia superficie cutanea (riducendo così il rischio di lesioni). Inoltre, l'acquisizione può essere lanciata dalla sala di controllo, evitando l'esposizione del personale medico;
  • la qualità delle immagini può risultare subottimale nei pazienti con un indice di massa corporea superiore a 35 kg/m2, come avviene anche con l’angiografia;
  • i dati clinici disponibili per confrontare le misurazioni ottenute utilizzando 3DStent con l'imaging intravascolare sono ancora limitati. Tuttavia, sono in fase di avvio studi clinici per validarne l'accuratezza.

3DStent si configura come una tecnologia estremamente promettente che aprirà la strada a una nuova era nella visualizzazione degli stent: grazie alla sua semplicità e alla qualità delle immagini metterà infatti a disposizione dei cardiologi interventisti uno strumento in grado di supportarli nella valutazione della MSA e dell’espansione dello stent.