Imaging 3D OEC GE HealthCare

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La tecnologia di imaging 3D sta aprendo la strada alla chirurgia spinale a paziente sveglio

Il Dr. Ernest Braxton* è abituato a eseguire interventi chirurgici in contesti difficili. Ha trascorso 10 anni nell'esercito, lavorando con soldati che presentavano lesioni cerebrali traumatiche e fratture spinali complesse. Nel 2017 ha lasciato l’esercito e ha deciso di iniziare a dedicarsi ai pazienti di Vail, in Colorado, utilizzando nuovi approcci.

Visto il suo background non sorprende di certo che il Dr. Braxton sia aperto ad accogliere nuove pratiche nella sua specialità, la neurochirurgia e la cura della colonna vertebrale. Mentre il dolore al collo e alla schiena sono disturbi comuni, il disagio che ne deriva può essere ivalidante. La missione del dottor Braxton è migliorare la qualità della vita dei suoi pazienti e per riuscirci è stato tra i primi ad adottare nuove tecnologie nella chirurgia spinale, comprese le procedure mini invasive come la "chirurgia della colonna vertebrale a paziente sveglio".

La chirurgia della colonna vertebrale a paziente sveglio è una tecnica mini invasiva relativamente nuova ed emergente. "Siamo davvero agli inizi", ​​​​dice Braxton. "Non ci sono molti chirurghi che si cimentano con questa pratica." Il medico utilizza la chirurgia della colonna vertebrale a paziente sveglio per la microdiscectomia lombare, la laminectomia lombare e la fusione mini invasiva, tutte operazioni che trattano il dolore alla schiena e alle gambe. Come suggerisce il nome, i pazienti non vengono sottoposti ad anestesia generale durante l'intervento chirurgico. Al posto della sedazione completa, si intorpidisce il sito chirurgico con l'anestesia locale per impedire al paziente di provare dolore o disagio durante la procedura.

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Durante questi interventi, i pazienti possono chiacchierare con Braxton - "A volte mi sento come un parrucchiere", scherza - o ascoltare musica con le cuffie. Braxton ha anche provato a fare vedere ai pazienti dei video su un tablet, ma funziona solo se i video sono rilassanti. "Niente eventi sportivi o commedie", chiarisce. Questo perché gli appassionati di sport si emozionano e l’agitazione li fa muovere. L'unica volta che ha permesso a un paziente di guardare una partita, dice, "è stato come un giro sulle montagne russe". Un giorno spera di poter introdurre anche i visori per la realtà virtuale.

Quali sono i vantaggi per la sala operatoria? "La sala diventa incentrata sul paziente." Un paziente sveglio può dire a Braxton se è a disagio o dolorante permettendo così al team chirurgico di apportare modifiche. Questo fa provare al paziente un senso di controllo su ciò che gli sta accadendo e rende anche il team più consapevole del fatto che stanno operando su un vero essere umano.

"La sala operatoria diventa un po' più rispettosa ed efficiente, incentrata sul paziente", afferma.

Come chirurgo, Braxton è anche molto più consapevole del tempo trascorso con un paziente sveglio e cosciente. L'intervento deve essere completato prima che l'anestesia locale esaurisca il suo effetto, il che gli dà una finestra di circa due ore. La concentrazione, ovviamente, lo aiuta a lavorare in modo più efficiente, ma ha anche ricevuto una spinta dalla tecnologia, in particolare dal sistema di imaging OEC 3D di GE HealthCare.

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Una delle caratteristiche innovative di questi sistemi è una telecamera nel detettore che offre ai medici una visione in tempo reale del sito chirurgico, riducendo al minimo le dosi di radiazioni e il tempo di configurazione. L'OEC 3D offre anche efficienza, con la possibilità di ottenere immagini 2D e volumetriche 3D (come una TC) con un unico sistema all-in-one da utilizzare durante le procedure urgenti. Utilizzando OEC 3D, Braxton può ottenere immagini precise che possono essere riviste in pochi minuti direttamente nella sala operatoria, senza bisogno di programmare e attendere ulteriori immagini post-operatorie. "Una volta che hai l'imaging 3D, è davvero difficile tornare al 2D", afferma Braxton. "È come avere uno smartphone e poi tornare a un telefono a disco rotante."

L'OEC 3D fornisce anche un volume 3D più ampio rispetto ai sistemi di imaging che Braxton ha utilizzato in precedenza. Questo gli permette di vedere più livelli della colonna vertebrale senza dover necessariamente fare più incisioni. A livello pratico, l'ampio campo visivo 2D e 3D significa anche che non deve dedicare molto tempo a centrare l'immagine a raggi X o eseguire ulteriori immagini, il che può contribuire a ridurre la quantità complessiva di radiazioni. La tecnologia memorizza anche le posizioni motorizzate, così Braxton e il suo team possono guardare l'area chirurgica da diverse angolazioni senza dover indovinare le posizioni precedenti. Con questo efficiente sistema di imaging, dice Braxton, è possibile acquisire più immagini 3D con una maggiore frequenza durante l'intervento chirurgico, ottenendo un quadro anatomico più completo.

Recentemente, Braxton era alle prese con un intervento chirurgico che prevedeva incisioni molto piccole. Nella vista 2D tradizionale, il risultato finale sembrava nella norma. "Con la rotazione 3D", racconta, "mi sono accorto che c’era una leggera rottura mediale della vite – parliamo di millimetri. Ma se il calcio è una questione di centimetri, la neurochirurgia - e, in questo caso, il posizionamento delle viti - è una questione di millimetri". L'immagine OEC 3D ha permesso a Braxton di riposizionare la vite in modo che fosse nel punto giusto.

"Se il calcio è una questione di centimetri, la neurochirurgia è una questione di millimetri".

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Braxton racconta che questo approccio mini invasivo ha aiutato a migliorare il recupero post-operatorio presso il suo ambulatorio, consentendo ai pazienti di alzarsi e muoversi più rapidamente riducendo al minimo il disorientamento postoperatorio, nonché il dolore e la nausea dovuti all'anestesia.

Tutti questi elementi secondo Braxton contribuiscono a creare un ambiente migliore per il paziente.

Con lo sguardo sempre al futuro, Braxton continua a eseguire interventi chirurgici alla colonna vertebrale a paziente sveglio ed è sempre alla ricerca di nuove opportunità per migliorare la qualità dell'assistenza fornita ai suoi pazienti.

Penso: 'Devo aiutare questo paziente. Ha delle responsabilità. Ha delle aspettative. Non posso deluderlo.’”

È questa intima connessione, dice, ad averlo reso un medico migliore.

* Il Dr. Ernest Braxton è un consulente retribuito per GEHC ed è stato ricompensato per la partecipazione a questa intervista. Le affermazioni del Dr. Braxton qui descritte si basano sulle sue opinioni e sui risultati ottenuti nel suo ambiente. Poiché non esiste un ospedale "tipico" ed esistono molte variabili, ad esempio le dimensioni dell'ospedale, la tipologia di casi, ecc., non è possibile garantire che altri clienti ottengano gli stessi risultati.