Una gestione più efficiente e personalizzata del cancro alla prostata

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Una gestione più efficiente e personalizzata del cancro alla prostata

Nonostante il tumore alla prostata sia tra i più diffusi a livello globale nella popolazione maschile, negli ultimi anni si sono registrati progressi significativi che hanno visto un notevole miglioramento dell'accuratezza diagnostica e l'introduzione di strategie terapeutiche personalizzate.

Durante un incontro organizzato da GE HealthCare, alcuni tra i migliori specialisti nel campo della cura del cancro alla prostata si sono confrontati sugli ultimi sviluppi in quest'area. Sono intervenuti il Dr. Mukesh Harisinghani, radiologo e professore presso la Harvard Medical School e il Mass General Hospital di Boston, Massachusetts, e il Dr. Paulo Pfitzinger, urologo e responsabile della diagnostica del cancro alla prostata presso il Ludwig Maximilians University Hospital di Monaco, Germania. La discussione è stata moderata da Ilya Gipp, Global Clinical Leader Oncologia di GE HealthCare.

I relatori hanno sottolineato l'importanza di promuovere la consapevolezza su questo tipo di tumore, la necessità di una diagnosi accurata e tempestiva e le sfide legate alla sovradiagnosi e al sovratrattamento. La conversazione si è concentrata sui metodi di imaging più efficaci, sulle procedure di biopsia, sulle tecniche di stadiazione avanzate e sull'importanza della collaborazione per migliorare la gestione dei pazienti con tumore alla prostata.

La risonanza magnetica a supporto della diagnosi

Il processo di identificazione dei pazienti ad alto rischio di cancro alla prostata inizia solitamente all'età di 50 anni e prevede esami del sangue per rilevare livelli elevati di antigene prostatico specifico (PSA). Seguono poi un'esplorazione digito-rettale (DRE) e esami ecografici. Nei casi in cui i livelli di PSA siano significativamente elevati e/o vengano riscontrate lesioni sospette nella prostata, viene quindi prescritta una biopsia[1] . Tuttavia, capita che i livelli di PSA siano elevati anche in assenza della malattia tumorale, il che può portare a eseguire biopsie non necessarie.

La risonanza magnetica multiparametrica consente ai medici di valutare la probabilità di crescita maligna delle lesioni prostatiche. Secondo una ricerca, questo approccio ha risparmiato a un uomo su quattro una biopsia inutile e invasiva, che può essere causa di complicanze.[2]

Secondo alcuni dati condivisi dal Dr. Pfitzinger, integrare la RM nel processo diagnostico del cancro alla prostata porta a una riduzione significativa del ricorso a biopsie. Questa riduzione, stimata intorno al 20-30%, va attribuita alle capacità delle tecniche di imaging avanzato di identificare e descrivere con precisione le lesioni dubbie.

Durante la discussione, il Dr. Harisinghani ha sollevato il tema dell'impatto in termini economici della risonanza magnetica, sottolineando l'importanza di trovare un equilibrio tra il costo della procedura e i potenziali benefici.

Secondo il Dr. Harisinghani, "se un test ha costi elevati, ma le informazioni che fornisce contribuiscono a ridurre significativamente il costo complessivo delle cure, allora può essere considerata una scelta ragionevole". Il dottor Gipp, anch'egli radiologo, si è detto d'accordo e ritiene che sia necessario guardare ai dati da una prospettiva più ampia che tenga conto dei potenziali benefici per i pazienti in termini di riduzione di rischi e effetti avversi.

Il problema della sovradiagnosi

Se da un lato i progressi nella valutazione del rischio e nello screening hanno permesso di migliorare la diagnosi del tumore alla prostata con una conseguente diminuzione dei tassi di mortalità, dall'altro esiste ancora un rischio di sovradiagnosi e di sovratrattamento. Ciò può avere un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti, che possono andare incontro a effetti avversi causati da un trattamento non necessario[3].

Il Dr. Pfitzinger ha riconosciuto il problema ma allo stesso tempo ha sottolineato i progressi compiuti negli ultimi dieci anni, sottolineando l'importanza del monitoraggio attivo e di una comunicazione continua tra radiologi e urologi per migliorare la gestione del paziente.

Sono stati suggeriti metodi alternativi come la biopsia prostatica con la fusione di immagine per migliorare l'accuratezza della diagnosi[4].

“A volte”, ha spiegato il dottor Pfitzinger, “un cancro alla prostata diagnosticato in fase iniziale potrebbe non necessitare di un trattamento radicale. Sappiamo che quando il cancro alla prostata viene sovradiagnosticato, il percorso terapeutico diventa piuttosto oneroso, non solo per il paziente ma anche per il sistema sanitario. E ci tengo a sottolineare il fatto che la sorveglianza attiva è anch’essa una forma di trattamento. Il nostro impegno, non solo come urologi ma come medici coinvolti in questo percorso diagnostico, è cercare di cambiare il modo in cui definiamo quei tumori che sono clinicamente non significativi”.

Quando la biopsia migliora i risultati

In uno studio condotto in Germania nel 2021, è emerso che la prostatectomia radicale, la radioterapia percutanea e la brachiterapia sono i trattamenti comunemente utilizzati per curare il cancro alla prostata, con la sorveglianza attiva che rappresenta un’alternativa per i pazienti a basso rischio.[5]

Il team di ricercatori che ha pubblicato questi risultati ha sottolineato che la scelta del trattamento dipende in ultima analisi dallo stadio del tumore, dal gruppo di rischio, da eventuali comorbilità e dalle preferenze del paziente.

Nei casi in cui i livelli di PSA siano particolarmente elevati, viene prescritta generalmente una biopsia eco-guidata per confermare la diagnosi di cancro alla prostata. Durante questo tipo di procedura, i prelievi vengono distribuiti all’interno della ghiandola prostatica in maniera casuale seguendo uno schema a sestanti prostatici. Il numero di prelievi varia in genere da 12 a 14. [6]

I relatori hanno sottolineato l'importanza di eseguire biopsie mirate. "Diversi studi dimostrano che quando il prelievo bioptico viene effettuato sulle aree con maggiore probabilità di malignità, sulla base dei dati patologici, migliorano le probabilità di rilevare un cancro alla prostata clinicamente significativo. L'esecuzione di biopsie “alla cieca” basate esclusivamente su livelli elevati di PSA, senza ulteriori conferme derivanti da un'esplorazione digito-rettale o da un esame ecografico, è una pratica superata", ha spiegato il Dr. Pfitzinger.

Oltre alle tecniche di biopsia convenzionali, i medici hanno quindi la possibilità di ricorrere a biopsie mirate che integrano imaging e interventistica. L'innovativa tecnologia di fusione di immagine permette di sovrapporre alle immagini della prostata ottenute durante un'ecografia quelle di una risonanza magnetica multiparametrica eseguita in precedenza dal paziente. La RM multiparametrica consente di acquisire diversi parametri, come la morfologia, la vascolarizzazione, la densità cellulare e il metabolismo. Ciò permette di individuare lesioni sospette che non possono essere rilevate con l'ecografia, ma le rende anche facilmente individuabili grazie a contorni definiti e colori diversi in base al grado di malignità sospetto. Sovrapponendo le immagini, è possibile ottenere una ricostruzione tridimensionale della prostata e guidare l’ago per biopsia nelle aree con un effettivo potenziale tumorale. [6]

"Guardando al futuro", ha sottolineato il dottor Pfitzinger, "la biopsia prostatica transperineale rappresenta un'alternativa più sicura ed efficace alla biopsia transrettale". Questo alla luce dell'aumento dei casi di infezioni batteriche multiresistenti associate alla biopsia transrettale e del potenziale della biopsia transperineale nel ridurre al minimo i tassi di infezione.

Il coinvolgimento del paziente nelle decisioni terapeutiche

Il coinvolgimento dei pazienti nelle discussioni sulle opzioni terapeutiche resta fondamentale. Solo nominare la parola cancro ha infatti un impatto diverso su ogni persona.

Secondo il dottor Harisinghani, l'approccio più efficace dovrebbe prevedere un team multidisciplinare in grado di offrire al paziente tutte le informazioni necessarie attraverso un unico punto di contatto, eliminando la necessità di consultare più specialisti e di ricevere potenzialmente raccomandazioni contrastanti.

Progressi nel trattamento personalizzato del cancro alla prostata

La collaborazione, il progresso tecnologico e l'evoluzione delle tecniche diagnostiche continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel migliorare la cura del cancro alla prostata. L’enfasi sugli approcci personalizzati, la precisione della risonanza magnetica e il nuovo approccio alla biopsia vanno tutti nella direzione di continuare a migliorare gli outcome per i pazienti.

 

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DISCLAIMER

La presentazione illustra la pratica clinica e i punti di vista del Dr. Mukesh Harisinghani del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School, e del Dr. Paulo Pfitzinger della Ludwig-Maximilians-Universitat di Monaco, Germania.

Nel prendere le decisioni, i medici devono tenere conto delle indicazioni del prodotto e delle linee guida.

Il Dr. Mukesh Harisinghani è specializzato in risonanza magnetica addominale, il Dr. Paulo Pfitzinger è specializzato in urologia, entrambi ricevono supporto finanziario dal GE HealthCare.

Alcuni prodotti menzionati potrebbero non essere disponibili in tutte le aree geografiche. Si consiglia di contattare il rappresentante locale di GE HealthCare per verificare la disponibilità nel proprio paese o regione.

 

RIFERIMENTI

[1] Zeliadt SB, Buist DS, Reid RJ, Grossman DC, Ma J, Etzioni R. Biopsy follow-up of prostate-specific antigen tests. Am J Prev Med. 2012 Jan;42(1):37-43. doi: 10.1016/j.amepre.2011.08.024. PMID: 22176844; PMCID: PMC3556898.

[2] https://www.auntminnie.com/clinical-news/mri/article/15634069/trial-finds-that-screening-mri-improves-prostate-cancer-diagnosis#:~:text=%22In%20recent%20years%2C%20the%20introduction,university%20said%20in%20its%20statement.

[3] https://www.pcf.org/about-prostate-cancer/prostate-cancer-side-effects/.

[4] https://doi.org/10.14694/EdBook_AM.2012.32.98

[5] Knipper S, Ott S, Schlemmer HP, Grimm MO, Graefen M, Wiegel T. Options for Curative Treatment of Localized Prostate Cancer. Dtsch Arztebl Int. 2021 Apr 2;118(Forthcoming):228–36. doi: 10.3238/arztebl.m2021.0026. Epub ahead of print. PMID: 33549154; PMCID: PMC8572540.

[6] https://www.airc.it/cancro/affronta-la-malattia/guida-agli-esami/biopsia-della-prostata